Il piccolo Adam e il suo destino

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Fu necessario viaggiare in macchina per circa un’ora prima di recuperarlo. Il piccolo si trovava nel villaggio di Butagaya. Quando lei e gli altri volontari arrivarono sul posto, si stava celebrando il funerale della donna, quello appena nato era il suo settimo (e ultimo) figlio. Il piccolo, non avendo parenti prossimi, fu dato in affidamento alle cure del centro d’accoglienza, così come previsto dalla legge. Emilie non ha potuto evitare di innamorarsene all’istante. Il piccolo venne chiamato Adam. Emilie si occupava di lui in tutto e per tutto. Adam: lo nutriva, gli cambiava il pannolino e lo consolava di notte quando piangeva come fa una mamma. Era stressante ma non rimpiangeva alcun istante trascorso con Adam. Il villaggio in cui vivevano non aveva nemmeno l’acqua corrente, l’elettricità e c’era un’opprimente invasione delle zanzare. Intanto, per stargli vicino, la ragazza aveva esteso la sua permanenza di altri due mesi, ma sarebbe dovuta rientrare presto in Inghilterra per prendere parte alla cerimonia di consegna dei diplomi. A causa di problemi economici, Emilie aveva dovuto lasciare l’Uganda dopo cinque mesi. E per l’anno successivo ha lavorato tanto per prendersi cura del suo piccolo e amabile Adam. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

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