Le parole degli esperti

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«Probabilmente questa svolta radicale nella comprensione del reflusso gastroesofageo non modificherà a breve l’approccio terapeutico, che continuerà a basarsi sui farmaci anti-acidi, ma a lungo termine potrebbe avere importanti implicazioni», afferma Stuart Spechler, professore di medicina interna all’Università del Texas e direttore del dipartimento di gastroenterologia presso il Dallas VA Medical Center. Una collaboratrice continua sostenendo che «In futuro forse potremo curare il reflusso con farmaci diretti contro le molecole e le cellule infiammatorie che danneggiano realmente l’esofago». Come si è arrivati a questa scoperta: CLICCA SUL PUNTO 4 PER CONTINUARE A LEGGERE

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