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“Sì, è proprio quella, le ho risposto.
Oggi, quando stavamo lasciando il negozio, lei ci ha detto: “Ho la sindrome di trisomia 21 come lei e ho un cuore enorme”.
È vero che hai un grande cuore, le ho risposto.
“Conosce il linguaggio dei segni? “Mi ha chiesto puntando il dito verso Carly.
Conosce alcuni segni, sì.
“Quando ero bambina facevo questo qua (facendo il segno di ‘ancora’) e questo (facendo il segno di ‘per favore’).”
Sì, Carly li conosce quelli!
“Ne conosco un l’altro, che le posso insegnare!” E ha fatto il segno per dire ‘ti voglio bene’.
Ho incontrato molte persone in questo negozio. C’è stata una donna che mi ha accusato di non aver messo le scarpe a Carly un giorno in cui era freddo. Un dipendente che non si è preoccupato assolutamente di aiutarmi a trovare un prodotto, o una persona molto impaziente che ha spinto tutti per passare davanti alla persona anziana prima di noi. Questo vecchio si muoveva troppo lentamente per i suoi gusti.
Alcune persone non vedono in cosa le persone con la sindrome di Trisomia 21 possono contribuire alla società. Ma sappiate che in mezzo a tutti questi, oggi, Sydney stava bene al suo posto. Ed essendo semplicemente se stessa, lei ci ha fatto il dono più grande che ci si possa aspettare: un sorriso.”
Una storia che ci fa ben sperare nell’umanità. CONTINUA A LEGGERE

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