La ricerca italiana

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L’origine dello studio è tutto italiano, per la precisione dell’Istituto Italiano di Tecnologia in collaborazione con una molteplicità di altre Università italiane. La retina è stata studiata per risolvere in particolare una patologia degenerativa, la retinite pigmentosa, in cui sono solo i fotorecettori ad essere danneggiati e non i neuroni coinvolti nella visione: è questa una prerogativa per poter mettere la retina tecnologica. La struttura organica è caratterizzata da tre parti: un substrato creato da una proteina della seta, un polimero conduttore ed uno semiconduttore. Il funzionamento ha molte similitudini a quello dei pannelli solari in cui la luce viene convertita in impulso elettrico e trasmesso ai neuroni della retina. A quanto pare, la sperimentazione sui topi colpiti da retinite pigmentosa ha portato ad un ottimo risultato e i ricercatori hanno la volontà di compiere la prima applicazione umana entro il 2018. CLICCA SUL PUNTO 3 PER CONTINUARE A LEGGERE

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